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Before revolutionary road

luglio 15, 2015
by Guia
libertà, revolutionary road, rivoluzione
2 Comments

La Senna il 14 luglioLa presa della Bastiglia. Sono nella tersa Parigi che in niente ricorda il disastro che dette avvio alla controversa democrazia soltanto poco più di duecento anni fa. Quella stessa rivoluzione si mangiò perfino i suoi promotori, che ci avevano preso un po’ troppo la mano. Caddero molte teste.
E di nuovo si tornò ad un’oligarchia. È dura trovare un equilibrio. Quel che conta, credo, è che in quegli anni sanguinosi si gettarono le fondamenta di un vivere nuovo, che la maggior parte dei popoli non aveva mai conosciuto, in cui qualcosa in più del puro sfruttamento delle masse si poteva finalmente immaginare, e a cui si poteva tendere.
Libertà – uguaglianza – fraternità. Parole che racchiudono concetti meravigliosi. Parole, appunto. Sembrano oggi quasi vuote di senso. Soprattutto uguaglianza e fraternità. Anche libertà?

La libertà è fondamentale. Se l’uomo è libero, può compiere ogni impresa che abbia in testa. Perfino volare… E la libertà si dispiega in milioni di forme, che possono travalicare facilmente nella negazione di quella altrui. Bisogna stare molto attenti.
Ho la sensazione che una delle maggiori possibili libertà sia nel sentire che non ci sono confini all’espansione di sé stessi. E questo va conquistato. Sfugge. Si divincola, qualcosa ci riporta a sentire i lacci alle caviglie, a seguire quella strada del cazzo che sembra segnata lì per noi – tramite i consigli apparentemente logici, che ci depistano, che non hanno più presa – e… no. Mi spiace. Non mi avrete. La libertà.

Dall’isolamento sembra nascano le idee migliori. Chissà perché, pare che solo dalla profonda solitudine si possa stare a fissare il cielo e la terra senza concessione alcuna a nessuno, e poter acchiappare le idee a piene mani. Anzi, il perché lo si conosce molto bene.
Revolutionary road era un bellissimo film, ma qui siamo “prima” (e adesso non c’entra niente con il tema lì trattato).
La rivoluzione accade, oh se accade.
No, non sono andata oltre. Sono proprio andata altrove. Sto in un posto in cui non c’è più paura, in cui forse niente può ferirti né colpirti nel profondo. È già avvenuto, perché ripeterlo ancora? Questa pellicola l’ho già vista. Passiamo alla prossima per favore.
Cammino sui boulevards lungo la Senna in una serata talmente limpida che pare dipinta, prima dei fuochi d’artificio, e mi ricordo dei miei passati recenti viaggi. Malinconia. Penso a chi non è qui, e non potrà esserlo. Penso che se non fossi sola non mi verrebbero continuamente tutte queste idee, e non leggerei e scriverei in un parco, non mangerei per pranzo una sciocchezza, mi preoccuperei dell’altro che è con me, e non guarderei con tanta curiosità il mondo. O forse sì? E poi lo ignoro, questo mondo, e mi rituffo ancora nella trama che sta prendendo forma in testa, e mi riempie.
Sì, siamo prima e durante la rivoluzione. È un percorso, non un attimo che brucia per cui si è già oltre. La rivoluzione dura.
Libertà non è forse scegliere di essere vivi, anzi scegliere di essere consapevolmente vivi? Quella è una rivoluzione durevole, dannatamente difficile, una sfida che ogni giorno chiede la presenza, e l’affermazione di averla riconosciuta e ancora accettata.
Non sono oltre, come qualcuno mi ha detto. E visto che il tempo è relativo, posso vivere prima e durante la rivoluzione, dove tutto è ancora possibile.
Buongiorno Parigi.

About the Author
Dopo molti anni di restauro di tessuti tra Firenze e Prato con la mia ditta mi e' giunta l'opportunità di chiedere un time-out dalla libera professione in Italia (!!!), per riprendere la ricerca, che amo molto, a New York. Lanciata con la fionda per un anno allo sbaraglio! E mo' si fanno i giochi
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2 Comments
  1. Serenella Bianchini 16 Luglio 2015 at 11:55 Rispondi

    ‘Penso che se non fossi sola non mi verrebbero continuamente tutte queste idee, e non leggerei e scriverei in un parco, non mangerei per pranzo una sciocchezza, mi preoccuperei dell’altro che è con me, e non guarderei con tanta curiosità il mondo. O forse sì? ‘..

    Che cosa ci vuole per scendere dal livello della vita di superficie al regno profondo e misterioso dell’interiorità? UN’ACCENSIONE … Accensione implica fuoco e fuoco implica qualcosa che brucia… L’amore può essere un innesco, spesso lo è, ma appena fortunosamente si tocca il suo fuoco si scatenano le più varie destabilizzazioni… Si vorrebbe solo la parte bella del fuoco, quella che fa volare… ma c’è sempre una contropartita. L’amore è un’opportunità evolutiva superiore non un impiego in banca. Porta volo e caduta, paradiso e inferno, esaltazione e delusione, luce e oscurità. Rischio, ma anche VITA. In questo vorticare qualcuno rimane ferito per sempre, qualcuno sceglie di scendere , qualcuno si accende ..
    Chi riesce a rimanere in presenza della fiamma senza fuggire alla fine scopre che il Fuoco è una frequenza interiore in attesa , l’aggancio ad una ricchezza personale tutta da scoprire, un dono da onorare.E in realtà non brucia, bensì NUTRE: noi da soli se si è soli (ma nessuno alla presenza del suo fuoco interiore si sente più veramente solo); in due ,quando l’altro risuona sulla stesso diapason; in tanti quando si condividono intensamente con molte persone i valori dell’anima.
    Tu, penso , stai scendendo ora a questa stazione.
    Un grazie a tutti coloro che , consapevolmente o meno, si presero la responsabilità di contribuire alla nostra accensione !..

    • Guia 16 Luglio 2015 at 15:50 Rispondi

      Wow! Se tutti dedicassero il tempo che ti sei presa per il tuo intervento avrei un vero blog e non un costante monologo! Grazie mille. È vero, non si è più soli… E a questa finestra parigina ceniamo io e la mia birretta

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