Il mondo si ferma. Si è fermato da un po’.
In effetti avevo chiesto a gran voce di farmi scendere da quella giostra che era la mia vita tempo fa, e ho faticato bestialmente a trovare nuovi spazi. Piano piano ci sono riuscita, ed ho perso l’ansia per la strada. E ho perso me. Anzi, capivo che non mi ero mai trovata.
Ho eliminato cose, una ad una, quasi tutte. Allora mi sono ritrovata. Sembra una novellina facile, e mi pare giusto riassumerla così, semplificando. Avrò tempo e luogo per scrivere altro magari… Ma nel frattempo perdevo le persone. Una, due, poi sono aumentate… Alcune si ritrovano dopo anni, altre pare rimangano dentro di te. Si dice che per crescere si debba attraversare la morte, non necessariamente quella fisica, ma intesa come perdita dello scopo.
Va bene, certo. Va alla grande.
No, l’ansia non ce l’ho. E anche quasi tutto il resto.
Dicono si chiami vuoto creativo. Ho risposto finora con un bel “ma vaffanculo”.
Da due giorni pare quasi interessante. Miracolosamente vivibile.
Si alternano adesso inspiegabili momenti di fiducia, come so di poter avere quando ho la visione. Non quella mistica, e non so come altro potrei definirla. È la percezione di qualcosa di bello, che non è necessariamente ciò a cui penso, o miro, o che mi viene in mente in quel momento come una lampadina accesa.
È il bagliore, è la speranza. È l’arco puntato che sta per scagliare le freccia chissà dove. Può anche darsi che l’obiettivo muti nel tempo del tragitto, mentre fende l’aria…
È la sensazione che, porca puttana, si sta uscendo dal magma. E paradossalmente tutto rimane ferocemente statico. Apparenti controsensi.
Va bene, è vero, potrebbe essere tutto incommensurabilmente peggiore perché non ci sono, che so, serie malattie: gli arti sono interi, la testa ancora funziona, e mi posso perfino arrampicare su un tessuto a tre metri da terra facendo evoluzioni impensate fino a due anni fa. Ho una casa che mi dà pace. Posso forse scegliere qualcosa. L’elenco dei ‘non’ risulta invece inutile dato che sono sufficienti un paio di quei molti pensieri che trafficano la mia mente per inondarmi. Le grandi assenze ti spezzano.
Ma ho scovato la via per dormire. Ho scoperto come si fa, e ve lo dirò. Ecco la cura per gli insonni! E no, non è contare le pecore.
Pare banale. Si tratta del sogno, quella visione che ognuno coltiva, anche se talvolta la dimentica, o teme anche di vederla, di conoscerla, di darle la mano. Teme di accettarla perché va contro il senso logico. Ah – rido –
Se non si ha la visione, o se la visione genera adrenalina perché a catena ne nascono idee – e conseguenti pro e contro, o problemi… – allora si tratta di attingere a quell’altro sogno impossibile annidato nell’anima. Sì, proprio quell’apparentemente minuscolo impensabile sogno, quello inconfessabile, che si tende a scansare perché all’oggi non c’è costrutto per la sua realizzazione.
L’assurdo ideale che forse non si realizzerà mai.
Eppure da quando ho compreso che se volevo riposare un po’ di ore dovevo mollare le ultime resistenze, e ricominciare a sognare liberamente, accettando di sentire la profondità dei sentimenti senza negarli, ho finalmente dormito di nuovo. Dovevo solo seguire la verità, e non nasconderla in un cassetto.
E questo a cosa porta? A poter dormire, apparentemente a nulla più.
I rischi ci sono. A furia di innocui solo, si smontano castelli e si sperdono intere corti.
Si affronta il Nulla, come avviene a Fantàsia ne La storia infinita. Il Nulla che spazza via Tutto.
E si può restare anche a piedi, perché l’amato cavallo Artax rimane intrappolato nelle sabbie mobili. Ma inaspettatamente potrebbe arrivare un altro cavallo, più grande, più forte, come un drago… che ci potrebbe condurre sul dorso forse per un po’ di tempo.
Interessante quella storia. Ora che ne leggo il riassunto lo trovo quanto mai calzante a questo mio tempo. La adorai quando la vidi rappresentata al cinema nel lontano 1984.
Il libro a casa ce lo avevamo, scritto, se non sbaglio, in parte in verde e in parte in rosso (e forse anche in nero?) a distinguere la vicenda di Atreiu e ciò che in quel momento stava accadendo al protagonista bambino Bastian.
Ebbene, di ricette non ne abbiamo. Era uno scherzo. Si va avanti a tentativi.
Un passo giusto, un passo falso. Per adesso prendo il fatto che adesso riesco a dormire.
Spero che tutti voi che leggete qui ora, possiate essere liberi di sognare ancora. E molto