Un mondo di alberi.
Le foglie verdi, gialle, rosse, brune. Mille sfumature al sole. Tappeti estesi verso il cielo che si imbruniscono al volgere della stagione autunnale. Mi son sempre chiesta perché non cadano tutte insieme, o perché mi pare che ne rimangano sempre alcune sui rami, anche d’inverno.
Sono forse foglie più robuste, più forti, destinate a stare eternamente appese?
Due di loro crebbero vicine in un freddo febbraio. Su un ramo scuro, dalla chioma che si faceva via via sempre più folta. C’era un mondo di foglie attorno. Si piacquero subito, e iniziarono a giocare insieme tutto il giorno; la brezza faceva loro il solletico.
Sapevano, come tutte le altre compagne, di avere un tempo limitato. Una stagione, forse due, nella massima fortuna sarebbero arrivate alla fine dell’autunno. Pur trovando tante affinità, erano molto diverse. Una delle due poi non si rassegnava al pensiero di concludere il ciclo così presto. “Io voglio ancora giocare con te, ridere, scherzare! Com’è possibile che il nostro tempo passi tanto rapidamente? Non ti dispiacerà staccarti dal ramo e lasciarmi?”
“Ma questo è il ciclo di vita di noi foglie, lo sai!” era la risposta benevola e rassegnata dell’altra foglia alla reiterata domanda stupita della prima.
I colori luminosi dell’estate si volgevano già ai rossi. Il sole era ancora caldo, e le due foglie cercavano comunque di non pensare alla futura incombente separazione.
In fondo non potevano sapere cosa sarebbe loro accaduto dopo il distacco. La maturazione della foglia può portarla a terra, oppure librarla nell’aria, o può accadere di esser presa da un animale per avere nuova collocazione. Oppure?…
Oppure l’ignota seconda vita. Nessuno sa dove finiscano le foglie, quelle che scelgono di viaggiare.
C’è un mondo di foglie che decide di migrare, e lo fa apparentemente solo fluttuando nell’aria, seguendo le correnti, ma in verità è un percorso. Non si conosce esattamente dove vadano, e le foglie sanno bene che quella è una via difficile, oscura, un distacco doloroso e spesso senza ritorno, ma pieno di avventure, che prevede, nel migliore dei casi, il premio di girare il mondo.
Le due foglie accolsero l’autunno con malinconia, accorgendosi di essere davvero molto unite. Ogni giorno gli scherzi si facevano più tenui, e le risa velate. Non erano pronte al distacco dal ramo, magari non congiunto, e alla dispersione. Realizzarono nel frattempo di avere obiettivi diversi.
Una voleva stare sul ramo perché sentiva che la linfa era più vitale di ogni altra scelta che avrebbe potuto fare. L’altra voleva restare con la sua compagna di giochi, ma al contempo l’impulso a muoversi era molto forte.
Scelte. Anche loro avevano la facoltà di scegliere qualcosa, nonostante fossero solo due piccole foglie, nonostante l’imbrunire incipiente, il vento più forte, le piogge che iniziavano a metterle a dura prova. Il tempo era divenuto un’opzione.
“Se decidi di restare, il ramo ti trasmetterà tutta la linfa necessaria e la forza, e forse resterai qui fino all’inverno, insieme a tutte le altre foglie, facendo giochi d’aria, e bevendo ancora gocce dal cielo”. “Si, ho deciso. Rimango sul ramo. Voglio per te essere però un ricordo felice…” Si fermò perché si rese conto che stava parlando al passato, e il dolore passò tra le bionde venature. “No, non voglio essere per te un ricordo”, aggiunse.
E piansero insieme, in quel tempo fermo di un autunno magenta; si sfiorarono, e compresero che avevano trascorso in modo sbagliato l’ultimo periodo, poiché il tempo non ha una sola dimensione proiettata sul domani. E non si può anticipare il futuro, che è sempre incerto. L’ora presente è ciò che conta.
Allora iniziarono a stare solo nel momento.
Annullarono momentaneamente i loro obiettivi perché la reciproca compagnia aveva un valore superiore a tutto il resto. E compresero che un progetto nuovo, mai messo a punto dalle foglie, poteva essere intrapreso.
Chissà se il vento le avrebbe allora staccate a forza, o se un uccello si sarebbe poggiato su di loro accidentalmente facendone precipitare una.
Il tempo di una foglia può essere indefinitamente lungo.
Con sorpresa le guardo ancora fluttuare a mezz’aria, roteare nel vento, in un viaggio indefinito, nell’ora sospesa, tra un raggio di sole e una spruzzata di neve.
Che bella storia Guia….:) TVB
Grazie bella mia, sono felice che le mie storie arrivino da qualche parte… Un abbraccio grande