Fuori si sentono cantare i grilli. Eppure l’estate è finita, e alle 8 di sera è di nuovo buio, come in inverno.
L’inglese mi sembra ancora difficile ma in realtà adesso la comprensione arriva. Per come sono vorrei capire ogni singola parola, invece si può comprendere e comunicare l’essenziale, anche se sfuggono i dettagli, se il senso generale è chiaro.
Si deve badare al sodo. All’essenziale appunto.
E quale è dunque?
Si può vivere senza curare i dettagli? Certo.
E si può vivere senza sensi di colpa. Questa è la risposta. La mia.
Ce li portiamo dietro come macigni nello zaino, senza sapere perché quei dannati sassi stiano li dentro, e senza riuscire mai ad appoggiarli, e lasciarli rotolare via. Abbiamo un fardello che trova origine in un tempo di totale inconsapevolezza, quando vivevamo senza il cosiddetto libero arbitrio. Bimbi.
E appena si e’ in grado di afferrare il concetto di libertà si sente che ogni azione va contro qualcos’altro, qualcosa di indefinito che ci spinge ad agire per accontentare altri. Nessuno magari ci chiede in verità alcunche’. Ma dentro di noi una voce richiama ad un ordine, un tacito assecondare regole che siamo noi ad imporci.
Bene, non so proprio se solo io senta o abbia sentito questo atavico richiamo. Ormai spesso vivo le mie giornate come fossero un sogno, e prima o poi mi dovessi svegliare da un’altra parte, in un altro posto, con altre persone…come quando si cambia classe a scuola e si iniziano a sognare i nuovi compagni. Arriva sempre un tempo in cui altri si inseriscono nel nostro quotidiano, e popolano rapidamente il nostro mondo onirico.
Il tempo vola, si propaga senza sosta, sfugge tra le dita. Le giornate hanno ali. Posso dormire 3 ore o 12, come e’ avvenuto in questi ultimi tempi, ma la sensazione al risveglio è la stessa. Sogno o son desta?
Merito la tranquillità? Tutti la meritiamo, e dobbiamo sentire di meritarla.
Possiamo essere dovunque, con chiunque. Il lavoro rimane su di noi, e non su chi abbiamo intorno. Nessuno può assolutamente modificare il percorso. Siamo soltanto noi a dare all’altro lo spazio per intervenire in qualche modo sulla nostra esistenza perché nessuno ha realmente questo potere.
Sento che arriva un senso di colpa, tipo camioncino pronto a fare un frontale con me in bici, e a ruota una sequela di pensieri disastrosi. Lo vedo! E adesso finalmente lo rimuovo. Lo accartoccio.
Lo blocco. Come si bloccano le persone su FB. Chi l’ha mai fatto? Tempi di social media, che viviamo quasi più della vita stessa.
Attenti a chi e a cosa si scrive!… Buffonate. Son parole, son foto, ma la vita, la vita dov’è? Quella di gesti, di carezze, di sensazioni, di sguardi, di sentire profondi, di impercettibile leggerezza e di percettibile pesantezza… Dio santo, quanto posso sentire tutto ciò adesso! Come se mai avessi vissuto consapevolmente. Come se mai avessi varcato la soglia…
La soglia è varcata.
Cammino, lasciando nel percorso quei sassi, uno ad uno.